PROVINCIA D'EUROPA

Firenze - Italia

Nostro Carisma

La nostra vita spirituale, il nostro fondamento religioso, la nostra ragion d’essere come Agostiniani dell’Assunzione, si riflette nel nostro motto “Venga il tuo Regno”.

La venuta del Regno di Dio a noi attraverso la pratica delle virtù cristiane e dei consigli evangelici secondo la nostra vocazione. La venuta del Regno di Dio nel mondo attraverso la lotta contro Satana e la conquista delle anime salvate da Nostro Signore Gesù Cristo e sommerse nelle tenebre dell’errore e del peccato.

Che cosa semplice e ordinaria, per così dire, questo modo di amare Dio! Se a questo amore principale aggiungete l’amore per nostro Signore Gesù Cristo, l’amore per nostra Madonna, sua madre, e per la Chiesa, sua sposa, capirete in questa breve e semplice formulazione lo spirito dell’Assunzione.

Oggi Dio è stato espulso dalle società moderne. È stato espulso dagli stati, dalla società, dalle famiglie e dagli ambienti. Lo vediamo ogni giorno. Quindi, se crediamo che Dio ci chiama, abbiamo una meravigliosa vocazione: lavorare perché venga il Regno di Dio. Per preparargli un posto in questo mondo. La nostra vocazione arriva al momento giusto e il suo obiettivo è ambizioso.

Prima di tutto saremo lavoratori per il Regno. Saremo apostoli disinteressati perché la povertà apostolica sarà per noi la garanzia della grandezza e della dignità del nostro carattere. Invece di pensare alle ricchezze, ama l’uomo. Abbiate la passione di convertirlo a Cristo. Se volete essere operai di Cristo, avete bisogno di coraggio e gioia nelle difficoltà. Che la bellezza del regno di Dio vi infiammi di ardore. Per cosa si è fatto uomo Cristo se non per il regno?

E.S. 156 – 158

Ecco il testo base presentato dal P. E. d’Alzon alla chiusura dell’importantissimo Capitolo del 1868. Descrive lo scopo dell’Assunzione: La venuta del Regno di Dio. La sua passione principale: accogliere questo Regno in noi e diffonderlo nel mondo. Il modo di vivere questa opzione è l’amore di Gesù Cristo.

ADVENIAT
REGNUM
TUUM

In cammino con Cristo!

I segnali dell'itinerario di Emmanuel d'Alzon

Il fondatore di una famiglia religiosa è come il primo di una cordata. Trasmette ad altri la sua esperienza spirituale e segna per loro il camino da lui seguito. Naturalmente, occorre anche che la Chiesa lo riconosca come un buon cammino. Padre Emmanuel d’Alzon non ha mai raccontato il suo personale cammino. La sua marcia, accennata qui e là, si può riassumere in sei grandi attitudini.

“Il principio è Cristo: lasciarlo formare in me, rivestirmi di Lui, questo è l’essenziale. Ma tale configurazione non avviene senza di me: io devo approfondire il mistero de Cristo, scrutare le sue azioni e i suoi gesti, conoscerlo per amarlo e per donarmi interamente a lui”. Camminare insieme a Cristo, alla scuola del padre d’ALzon, suppone di interiorizzare ciascuna delle sei attitudini, percorrendone gli scritti spirituali.

Dare il tuo timore a Gesù
Ecco tutto il lavoro del mio ritiro: formare Gesù Cristo in me. Se lavoro lentamente sarà appena abbozzato. Se avanzo con buona volontà, arriverò a un certo livello di virtù. Ma che dire della perfezione che posso raggiungere se, lasciando Gesù padrone di produrre una creatura nuova in me, gli do ogni potere sul mio essere, affinché lo trasfiguri completamente in lui? Sarò un altro Gesù Cristo.

L’indispensabile Sì
Dio ha creato l’uomo senza il suo permesso; non sarà senza il suo permesso che l’uomo spirituale sarà formato. Per formare lo stesso Gesù Cristo è stato necessario il concorso dell’umile e pura creatura che gli farà da madre. Per formare Gesù Cristo in noi bisogna che noi siamo servi di Dio e che, come Maria, diciamo: avvenga di me secondo la tua parola.

1 Lascia che Cristo si formi in te

“Vuoi imitare Cristo? Non mettere il carro davanti ai buoi – ci dice Emmanuel d’Alzon – Lasciagli l’iniziativa. È lui che ti conforma alla sua immagine, nel modo che lui intende. Sii servo di Dio come la Vergine Maria, l’umile serva e Cristo, per così dire, prenderà corpo in te”.

2 Rivestiti di Gesù Cristo

Fai tuoi i suoi sentimenti, le sue parole, le sue azioni. Misura la tua vita con questo modello. Metti questo vestito che è Gesù Cristo. Tutto il tuo essere è trasformato. Gesù abita in te. È sufficiente una parola per rendere tutto possibile, come per Maria: “Ecco la serva del Signore”. Non dire altro, ma dillo con verità È così che il Padre Emmanuel d’Alzon va a Cristo. Come partenza una parola della Scrittura, una verità di fede da approfondire. Poi un rinvio a noi stessi con domande incisive.

Parole e azioni di Gesù: prendile su di te.
“Rivestitevi di Nostro Signore Gesù Cristo”. La santa umanità del Salvatore, ecco l’abito che vi è destinato. Prendere i sentimenti, le parole le azioni di Gesù Cristo e farne le vostre parole, le vostre azioni, i vostri sentimenti; non dire, fare o pensare nulla eccetto ciò che ha pensato, detto o fatto il Salvatore sulla terra: ecco, mi sembra, che cosa significhi rivestirsi di Gesù Cristo. Ora prendete la vostra vita e misuratela con questo modello. Tuttavia la proprietà di questo abito divino consiste nel penetrare talmente in colo che ricopre che tutto il loro essere è trasformato in Dio. Per voi è cominciato il lavoro? Eppure da quanti anni avete ricevuto l’abito del battesimo? Da quanti anni Nostro Signore non discende frequentemente nel fondo della vostra anima per rivestirla, ornarla, abbellirla? Perché è sempre la stessa?

Gesù abita in me per la fede.
La fede deve introdurre Gesù Cristo nel più intimo della mia anima, come lo Spirito Santo lo introduce in Maria. Senza dubbio vi sono delle profondità che io non raggiungerò mai, eppure se lo voglio, la fede fa penetrare Gesù Cristo nella mia anima e ce lo fa abitare. Cos’è questo abitare di Gesù Cristo in me, se non una specie di incarnazione? Gesù Cristo, che vuole essere il mio abito intimo, vuole regnare nel fondo della mia anima. Quando gli darò un’autorità completa sul mio cuore? Quando non gli renderò troppo penoso il soggiornarvi?

Lo Spirito Santo verrà in te.
Che facciamo per aderire a questo lavoro? Ascoltiamo la risposta di Maria a Gabriele. Quando l’angelo le ha annunciato la cooperazione della Trinità intera, Maria non ha che una parola: “Ecco la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parola”. Non diciamo altro, perché in queste poche parole si trova l’abbandono più completo della creatura alla volontà del Creatore. Anche a noi è detto: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo di coprirà con la sua ombra”. Ebbene, vogliamo che lo Spirito Santo venga ad operare nel più intimo del nostro essere la formazione di Gesù Cristo? Da questo momento vogliamo prendere i suoi sentimenti, i suoi pensieri, vogliamo entrare completamente sotto la sua azione? Il divino maestro è là. Vogliamo che si formi nelle nostre anime?

Soffermati un certo tempo su un avvenimento.
Lo studio dei misteri dovrà essere lo studio di tutta la mia vita: perché, attraverso Gesù Cristo, imparerò a conoscere Dio, per quel che possiamo conoscerlo quaggiù. ma poiché nella vita di Gesù Cristo i misteri si succedono ad ogni istante, io posso legarmi a questo o a quello, secondo il fascino che esercitano su di me: l’incarnazione, la nascita, la vita nascosta, la predicazione, le sofferenze, gli annientamenti, la morte, la resurrezione possono successivamente attrarre il mio pensiero; oppure, se mi sento spinto da un’attrattiva interiore, posso fissarmi per un certo tempo su un mistero particolare, in cui troverò il nutrimenti più appropriato per la mia anima.

Va all’umiltà della mangiatoia.
Alzerete infine i vostri occhi e vedrete l’ammirabile invito fatto a voi di lavorare per la gloria di Dio, di fare della vostra vita il mezzo per glorificare Dio? Lo volete? Andate a Betlemme, andate al Salvatore, andate all’umiltà della sua mangiatoia e contemplando l’annientamento di un Dio fattosi bambino per salvarvi, esclamate anche voi: Gloria a Dio che mi tratta con una bontà così grande da mettere questa gloria nel divenire il mio Salvatore!

Passa dalla mangiatoia al tuo cuore.
Gesù è nato, viene a salvarvi, volete fare uno sforzo per andare a lui? Volete entrare in relazione col Salvatore? Oggi è nato per noi un Salvatore. E’ nato, è pronto a cominciare con noi una vita nuova. Non vi spaventate, ecco il segno: troverete un neonato in fasce e posto in una mangiatoia. Egli non vi chiederà che una cosa, di passare dalla mangiatoia al vostro cuore. Offrirete il vostro cuore a questo neonato, vostro Dio, che si è fatto uomo per salvarvi? Esaminate e sappiate prendere una decisione efficace.

Non cambiare vita ma cambia la tua vita.
Considerate ciò che vi blocca. Dopo che ebbero adorato il Bambino divino, i pastori non cambiarono la loro vita ordinaria, non lasciarono le loro greggi per abbracciare un nuovo stato. Assolutamente no. Continuarono il loro modo vivere come in passato. Eppure in loro si era operato un gran cambiamento, avevano visto il bambino; chi può dubitare che l’invito fatto loro, che questa adorazione della prima ora alla quale furono ammessi, non sia stata seguita da grazie immense, che essi conservarono preziosamente nei loro cuori e che fu per loro fonte di salvezza.

3 Approfondisci i suoi misteri

La vita di Gesù, che la liturgia ci fa rivivere ogni anno, ci rivela il mistero dietro l’avvenimento. Emmanuel d’Alzon ci invita ad approfondire ognuno di questi misteri, come lui ama fare, per esempio, con l’Annunciazione o la Natività. Ma la meditazione non si perde nelle brume; essa passa velocemente alle applicazioni concrete, ai lavori pratici. Ci viene detto “Vai dalla mangiatoia al tuo cuore. Non cambiare vita, ma la tua vita”.

4 Scruta i suoi atti e i suoi gesti

Perché meditare la vita di Gesù? per agire come lui a rendere divina la nostra vita sul suo esempio. Perché ha assunto la nostra carne per associarci alla vita stessa di Dio. Vuoi dare un sigillo divino ai tuoi pensieri, alle tue azioni? Regola la tua vita su quella di Gesù unendoti profondamente a lui. E una volta di più, interrogati, cerca la verità.

Dio messo alla nostra portata attraverso Gesù Cristo.
Il Verbo si è fatto carne ed ha abitato in mezzo a noi. Perché? Per adeguarsi alla nostra debolezza, per farci conoscere di Dio tutto ciò che possiamo conoscerne quaggiù. La meditazione senza Gesù Cristo è una meditazione vana: perché da una parte Gesù Cristo è Dio, ma Dio messo alla nostra portata; Dio conosciuto per quanto possiamo conoscerlo attraverso suo Figlio che ce lo rivela. Ma egli si è fatto carne per insegnarci a rendere divina la nostra vita; per questo la meditazione della vita di Gesù Cristo è necessaria.
D’altra parte, Gesù è uomo, ma la sua persona è divina; è la Persona divina che eleva la natura umana alla sua dignità. Poiché tutto quello che Gesù Cristo ha fatto quaggiù è divino, per dare un sigillo divino ai nostri sentimenti, pensieri, parole ed azioni, non dobbiamo far altro che prendere Gesù Cristo come modello e così, prendendo come modello un uomo, ricostruiremo nella nostra anima l’immagine di Dio, distrutta dal peccato.

La più piccola particella della mia vita.
Tutto ciò che Gesù Cristo ha fatto sulla terra, l’ha fatto per istruirci. Non esiste alcuna particella della nostra vita che non possa rapportarsi a quella vita divina, di cui ogni dettaglio ci insegna con quale spirito dobbiamo compiere le nostre azioni. Non esiste una parola da pronunciare, una domanda da fare, un sentimento da formare, che non possiamo santificare unendolo ai sentimenti, alle parole, agli atti del divino Maestro. Come ho cercato di regolare la mia vita su quella di Gesù? Come ho studiato i dettagli di quella vita, modello della mia? Sono convinto che non ci sia in me niente di così piccolo che non possa essere sollevato attraverso un pensiero soprannaturale?

Nel più intimo del suo cuore.
Prendete le perfezioni create: esse sono tutte in Gesù Cristo; però bisogna conoscerle. Ebbene, se la soluzione di un problema scientifico, la lettura di un capolavoro letterario, la vista degli spettacoli della natura, le vaste pianure, le alte montagne, l’immenso oceano colpiscono lo spirito e lo inebriano, quale effetto è prodotto in me dalla grandezza delle bellezze, delle perfezioni, delle conoscenze che la contemplazione di Gesù Cristo racchiude?
E’ anzitutto l’ammirazione, una ammirazione senza fine, senza limiti, come colui che ne è l’oggetto. Ma quando questo oggetto ammirabile, questa ricchezza senza limiti, questo tesoro di perfezione, questa bellezza modello di tutto ciò che è bello ci ama, si dona a noi, scende al nostro nulla, al nostro peccato, per cancellarlo e per dare al nostro nulla una vita soprannaturale, una vita sempre più abbondante, che resta da fare, se non precipitarsi con immenso amore ai suoi piedi, fra le sue braccia, nel più intimo del suo cuore?

Studio, amore, imitazione: tre inseparabili.
Ecco la cosa meravigliosa: lo studio di Gesù Cristo produce la conoscenza del divino Salvatore: più lo si conosce, più lo si ama; più lo si ama e più lo si vuole imitare. Ma per imitarlo meglio bisogna studiarlo di più, e l’anima continua ad avanzare senza sosta nel triplice sforzo di studio, di amore e di imitazione. Ma guardate le conseguenze. Gesù Cristo ha detto: “Se uno mi ama osserverà la mia parola” e aggiunge: “e il Padre mio l’amerà e noi verremo a Lui e prenderemo dimora presso di Lui”. (Gv 14,23).
O Padre, amate la vostra creatura, venite a lei col vostro Figlio e con lo Spirito, che è il vostro amore, fatevi la vostra dimora, per i meriti di questo Figlio amatissimo nel tempo e nell’eternità!

Renderlo attraente senza tradirlo.
L’apostolo è incaricato di portare agli uomini gli ordini di Dio, ma ha l’obbligo di portarli in maniera da farli accettare e questa verità dovrà sempre guidare i miei rapporti con le anime, sia in pubblico che in privato. Io predicherò Gesù Cristo. Ma poiché Gesù Cristo è stato bambino, adulto, povero, re, pontefice, dottore, in una parola ha passato tutti gli stadi della vita, nel farlo conoscere io lo presenterò sotto l’aspetto che lo farà accettare più facilmente. Ciò implica, da parte mia, l’obbligo più assoluto di studiarlo, per quanto ne sono capace, per quello che Lui è. L’apostolo ama colui che lo invia, ma deve amare anche colui al quale è inviato, perché ha una missione d’amore e di misericordia.

5 Conoscerlo per amarlo

Impossibile amare senza conoscere! E’ vero anche per Gesù Cristo. Chi desidera amarlo meglio, vuole conoscerlo di più. La conoscenza, in Emmanuel d’Alzon, è al servizio dell’amore, che è inseparabile dall’imitazione. Tre attitudini che si richiamano l’un l’altra. Neppure è possibile annunciare Cristo senza frequentarlo attraverso lo studio, per presentarlo nella sua luce migliore e senza amare i destinatari di questa Buona Novella.

6 Donati tutto intero

La famiglia religiosa assunzionista esiste per l’avvento del Regno. In noi e intorno a noi. Gesù regna davvero in noi, secondo Padre d’Alzon, quando tutto in noi gli appartiene. Regna intono a noi attraverso lo zelo nel testimoniarlo e nel farlo conoscere. Ma questa disponibilità a Dio necessita di un atto di fiducia e di abbandono: “Devo lasciare che la Santa Trinità agisca in me per formarvi il regno di Cristo”.

Lasciare Dio Trinità agire in me.
Questo regno di Gesù Cristo, per la potenza del Padre, noi lo possiamo formare in noi e intorno a noi: in noi, dandogli il potere assoluto sulle nostre potenze, la nostra intelligenza, la nostra volontà, il nostro cuore, i nostri sensi, e il regno assoluto di Gesù Cristo in noi è la santità; possiamo formare il regno di Gesù Cristo intorno a noi attraverso lo zelo nel farlo conoscere, e questo è l’apostolato.
Come avverrà tutto ciò? Attraverso una relazione con la Santa Trinità, simile a quella di Maria. Gesù Cristo si formerà in me attraverso la fede, con l’appoggio dello Spirito Santo e per intervento dell’Altissimo. Quando, compenetrato dell’onore che mi è fatto, comincerò una buona volta, a donarmi tutto intero a questa meravigliosa azione delle tre persone divine sulla mia anima?
Io devo lasciare che la Santa Trinità agisca in me per formarvi il regno di Gesù Cristo. Ecco un tipo di contemplazione tutto nuovo. Io lascerò che la santa Trinità formi Gesù Cristo in me, come essa ha formato Gesù Cristo in Maria. E più sarò semplice, obbediente, abbandonato, più questa immagine di Gesù Cristo sarà perfetta. Oh, che prodigio, e quando mi perderò interamente in esso?

Che tutto in te gli appartenga.
Il Salvatore, colui che era morto ed è risuscitato, proprio lui viene verso di voi, vi mostra i suoi piedi e le sue mani, il suo costato aperto, e vi dice: è attraverso queste piaghe che la mia anima, con la vita, sono scivolate via per te sul Calvario. Cosa vuoi rendermi? Quale prova d’amore mi vuoi dare? Io voglio che la tua anima tutta intera faccia muovere i tuoi piedi per condurti verso me, voglio le tue mani perché tutte le tue azioni devono prendere l’impronta di una tenerezza speciale, voglio i pensieri che si agitano nella tua testa; la mia, coronata di spine per te, ti domanda un sacrificio completo dei tuoi pensieri; tu mi proverai che mi ami assumendo un pensiero divino. Il mio cuore, forato per amore per te è aperto, per ricevere il tuo, se tu vuoi mettercelo. Ecco come la mia anima, principio di vita dei mie piedi, delle mie mani, della mia testa, del mio cuore, esige che tu mi ami.

“Lo spirito dell’Assunzione si riassume in queste poche parole: l’amore per il Signore, per la Santa Vergine, sua Madre, e per la Chiesa, sua Sposa, sotto un’insegna che diviene il suo motto: ADVENIAT REGNUM TUUM, A.R.T., espressione tratta dalla preghiera di Gesù nel Padre Nostro: “VENGA IL TUO REGNO”. Nella mia qualità di religioso io sono in modo speciale servo di Gesù Cristo, e tutti gli affetti del mio cuore, tutte le potenzialità del mio essere devono tendere verso di lui. Ecco la mia vita !”